L'organo

É noto che la costruzione della chiesa di S. Massimo è stata iniziata nel 1780 e terminata nel 1786. Dai documenti sappiamo che quasi da subito la chiesa è stata dotata di un organo di un certo valore, posizionato sulla balconata sopra la porta di ingresso.

“Allo zelo di Don Giacomo Boldrini (parroco dal 1815 al 1840) si deve l’organo, costruito dalla Ditta Sona. (da "I Parroci di S. Massimo" di d. L Ceschi, anno 1900, pag. 19 e poi ripreso da L. Vantini nella pubblicazione "S. Massimo" del 1981, pag. 42).

Don Luigi Ceschi "nel 1889 volle che fosse restaurato l’organo dai fratelli Pugina di Padova, i quali vi applicarono un folo (mantice) moderno" (da I Parrochi di S. Massimo, pag. 19).

Con molta probabilità negli anni della seconda guerra mondiale e anche negli anni precedenti, l’organo si era deteriorato in modo grave per cui bisognava pensare a qualcos’altro. Sarà il parroco Luigi Caporali (a S. Massimo 1952-64) a sostituire il vecchio organo con uno completamente nuovo e collocato non più in fondo alla chiesa, ma nell’abside dietro all’altare maggiore.

Infatti, sempre nel libro di L. Vantini (pag. 70) si trova l’annotazione: "il nuovo organo, eccellente realizzazione della Ditta Zarantonello di Vicenza (Cornedo), inaugurato la domenica 13 aprile 1958 con un concerto del Prof. A. Esposito". Nel 1990-91, mentre era parroco don Silvio Fin (a S. Massimo dal 1977 al 1997) si realizza un intervento radicale di restauro per opera della Ditta Casa Organana di Silvano Girotto di Paese (Treviso). L’organo restaurato e messo a nuovo, è stato inaugurato nel 1991 con un concerto del Maestro Arturo Sacchetti di Sancià (Vercelli).

Dopo quasi vent’anni si è reso necessario un nuovo intervento di sistemazione, pulitura e accordatura dell’organo. Nell’estate 2009 il lavoro è stato affidato ancora alla Casa Organaria Girotto, rappresentata ora dal figlio Saverio Girotto. L’opera è stata realizzata e conclusa ai primi di novembre dello stesso anno. La spesa è stata notevole e a questo scopo è stata indetta una sottoscrizione con il contributo di Euro 10,00 per ogni canna dell’organo.

STRUTTURA E CARATTERISTICHE DELL’ORGANO

Lo strumento ha trasmissione elettrica, ha due tastiere di 61 tasti (Do1-do6) e pedaliera di 30 (Do1-fa 3), i somieri del tipo a pistoni con azionamento elettropneumatico (a membranine in pelle) sia ai manuali che al pedale. La facciata è composta di 68 canne tutte suonanti. L’alimentazione del vento è fornita da un elettroventilatore centrifugo che va ad alimentare i due mantici a lanterna posti internamente sul basamento dello strumento.

Le canne sono costruite secondo gli usi dell’epoca in lega di stagno e piombo e zinco, ma anche in legno soprattutto nel registro del pedale di 16’ e nei registri di Bordone e flauto 8’. In totale ci sono 1255 canne.

La concezione dello strumento si può definire ceciliana in quanto segue i dettami della riforma degli organi iniziata nel novecento che privilegiava registri di fondo e i ripieni a file unite, a sostegno delle corali e a servizio della liturgia. Questo organo dispone comunque di una tavolozza timbrica di tutto rispetto e lo collocava, allora, tra gli strumenti più importanti della zona.

DISPOSIZIONE FONICA

I MANUALE PEDALE II MANUALE
Bordone 16’ Subbasso 16’ Principale 8’
Principale 8’ Basso 8’ Ripieno (3 File) 2’
Flauto 8’ Violoncello 8’ Viola G. 8’
Dolce 8’   Borodone 8’
Ottava 4’   Flauto 4’
XV 2’   Nazardo 2-2/3’
Ripieno (4 File) 1.1/3’   Voce Celeste 8’
Unda Maris 8’   Oboe 8’
    Campane
    Tremolo


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